Brani tratti da “Vita nello yoga” di B.K.S. Iyengar
Lo Yoga rappresenta il regolamento per giocare al gioco della vita – ma in questo gioco non c’è bisogno di avere dei perdenti. E’ un gioco difficile, che richiede un duro allenamento, una propensione a pensare da soli, un buono spirito di osservazione e una capacità di adattamento e di superamento degli ostacoli. Richiede una profonda onestà, una diligenza costante e, più di ogni altra cosa, un grande amore nel proprio cuore. Se siete interessati a capire cosa significa essere un essere umano, posto tra il cielo e la terra, se siete interessati a sapere da dove venite e dove sarete in grado di andare, se volete ottenere la felicità e desiderate la libertà, allora significa che avete già cominciato a fare i primi passi verso il vostro viaggio interiore. da Vita nello Yoga – B.K.S. Iyengar
Brani tratti da “L’albero dello yoga” di B.K.S. Iyengar
Quando c’è saggezza nell’azione lo sforzo non si avverte più come tale, ma come gioia. Nella perfezione, la vostra esperienza e capacità espressiva raggiungono equilibrio e armonia… Così si devono eseguire gli Asana. Non ci si può riuscire in un giorno e nemmeno in anni. È un processo di tutta la vita, sempre che il praticante possieda le vitamine dello yoga e cioè la fede, la memoria, il coraggio, la capacità di assorbimento e un’attenzione sempre più vigile. Queste sono le cinque vitamine richieste per la pratica dello yoga. Con queste cinque vitamine si potranno sottomettere i cinque involucri del corpo e ci si potrà fondere con l’io universale. Poiché yoga significa integrazione, fusione, ne consegue che yoga è fondere corpo e mente, armonizzare natura e visione. Aldilà non esiste niente, e tutto! In uno yogi perfetto la potenza della natura scorre in abbondanza. Tratto da L’albero dello yoga di B.K.S. Iyengar
Prana significa energia. L’energia cosmica, l’energia individuale, quella sessuale o quella intellettuale, sono tutte manifestazioni di Prana. È stato anche detto che è il prana a far sì che ci sia il sole o la pioggia. Il prana è universale: pervade ogni individuo così come l’universo, a tutti livelli. Tutto ciò che vibra e Prana: calore, luce, gravitazione, magnetismo, vigore, potere, vitalità, elettricità, vita, respiro, spirito, sono tutti aspetti di Prana. Il Prana è il mozzo della ruota. Tutti gli esseri umani hanno origine dal prana e vivono di esso, e quando muoiono, il respiro individuale si dissolve nel respiro cosmico. Esso influisce su tutti gli esseri viventi e dell’originaria sorgente di ogni attività. Prana e coscienza sono in contatto costante l’uno con l’altra: sono come gemelli. Nei testi di yoga si legge che finché respiro è immobile, il prana è immobile e, di conseguenza la mente. Ogni sorta di vibrazione, oscillazione, si arresta quando il prana e la coscienza sono calmi, tranquilli e silenziosi. Tratto da L’albero dello yoga di B.K.S. Iyengar
Non è richiesta un’intelligenza straordinaria per essere onesti, ma per essere Disonesti invece, come dobbiamo essere abili nelle nostre funzioni mentali! La vita è stata resa complicata a causa del nostro comportamento. La verità però è semplice, anche la vita quindi può divenire semplice. Lo yoga si prefigge di ridare semplicità alle complessità della mente, è una tale semplicità si ottiene con la pratica del Pranayama. Nel cervello si instaura una dura lotta tra la coscienza pura e la coscienza impura. E come il rimestamento delle acque dell’oceano; lo stesso rimestamento avviene tra l’intelligenza della mente interiore o inconscia, e l’intelligenza della testa o del cervello. Un velo di oscurità ricopre la coscienza della testa. Se il cervello si oscura, non riesce a vedere con chiarezza. La pratica del Pranayama rimuovere nuvole del cervello per illuminarci e portare chiarezza e freschezza, in modo da farci vedere la cosa giusta al momento giusto. Di solito ci accorgiamo della cosa giusta al momento sbagliato, della cosa sbagliata nel momento giusto. Ma se la mente vaga, fate un’espirazione calma e lenta, e restate e così per un po’. Lasciate scorrere la coscienza con il respiro e le distrazioni si arresteranno. Quando raggiungerete un solo Stato mentale, la mente dualistica scompare e siete pronti per la meditazione. Quando inspirate, il sè entra nel contatto con il corpo. Quindi l’inalazione è l’evoluzione dell’anima verso il corpo di respiro cosmico spirituale, che entra in contatto con il respiro individuale. L’espirazione, per quanto riguarda la salute, è l’espulsione delle tossine del corpo. Durante la respirazione, eliminiamo dapprima le tossine del corpo, quando espiriamo, e poi inspiriamo per attrarre dall’aria il nettare. Dal punto di vista psicologico, placa la mente, mentre il punto vista spirituale è il respiro individuale che entra in contatto con il respiro cosmico eterno per diventare una sola cosa con esso. L’espirazione è la resa del nostro io. Non è l’espulsione dell’aria ma l’espulsione dell’io sotto forma di aria. Nell’espirazione si diventa umili, mentre nell’inspirazione si diventa orgogliosi. Imparare il pranayama equivale a imparare a comprendere il passaggio dall’attaccamento al non attaccamento, e viceversa. Tratto da L’albero dello yoga di B.K.S. Iyengar
La maggior parte delle persone considera lo yoga una filosofia o un sentiero, ma pochissimi sanno che lo yoga è anche un’arte. Nessun artista può definire la propria opera artistica: che cosa sia l’arte lo si può esprimere solo attraverso l’arte stessa, non con le parole. Attraverso lo yoga, l’uomo si accosta all’anima, lo yoga quindi è un’arte spirituale. Ogni asana assume un aspetto rigorosamente geometrico e architettonico e lo yoga è un’arte figurativa. Lo yoga conferisce salute e felicità al praticante, ed è perciò un’arte terapeutica e utile. Quando la bellezza e l’armonia degli Asana vengono apprezzate dagli spettatori, lo yoga diventa anche spettacolo. Tre sono le qualità necessarie per diventare un artista. Si deve avere attitudine, ovvero la capacità di acquistare padronanza dell’arte; si deve avere un grande amore per la propria arte per dedicarvisi con determinazione, sforzo e concentrazione; si deve avere immaginazione e creatività per svilupparla su vie nuove ancora sconosciute. Quello che conosciamo oggi era sconosciuto ieri. Ogni giorno si apprendono cose nuove, ma l’ignoto resta immenso perché immenso è l’universo. L’ignoto è il campo che gli artisti devono esplorare per perfezionare la loro arte. Tratto da L’albero dello yoga di B.K.S. Iyengar
Per gli individui definiti intelligenti e forse più difficile considerare il corpo un soggetto, perché vivono nella loro testa. Lo yogi sa di avere un cervello che va dalla testa ai piedi. Un intellettuale pensa di esistere solo nella propria testa e basta, in quanto, secondo lui, l’intelligenza non si può estendere oltre il cervello per vivere nel resto del corpo. Ma lo yogi dice: “diffondete quell’energia nel cervello e dal cervello alle altre parti del corpo, di modo che il corpo e il cervello possono lavorare in armonia e l’energia sia egualmente equilibrata tra i due“. E questo l’inizio del processo di guarigione, il momento in cui la tensione nel cervello diminuisce e i nervi si rilassano. Tratto da L’albero dello yoga di B.K.S. Iyengar
Quando il corpo è stanco, io dico che il mio corpo è stanco; non dico mai che io sono stanco. Se il cervello è stanco, faccio all’Halasana e recupero l’energia, e se il mio corpo è stanco, faccio mezzo Halasana e do nuova vita alle mie cellule. Probabilmente quando vi sentite stanchi cercate di eseguire posture erette: ma siete già stanchi, vi sforzate troppo e naturalmente vi stancate ancora di più. Dovete imparare a distinguere: cosa fare, quando fare, e quando farlo. Quando ero giovane, quando la società non mi rispettava affatto, ero pessimista. La gente mi considerava folle. Ma ora, dopo più di cinquant’anni di tentativi e di errori sono arrivato a una totale chiarezza di quello che faccio e insegno. Vi saranno pure degli insuccessi. Ma anche persone estremamente evolute hanno commesso errori. Ho insegnato a molte persone dotate di spiritualità in questo modo: scienziati, artisti, filosofi, santi, studiosi. Credete che io non impari da loro? Devo ancora imparare e imparare. La prima cosa che un maestro deve ricordare e che tutti gli allievi che gli stanno di fronte sono importanti quanto lui. Coloro che sono stati istruiti da me diventano i miei figli. Ora il mio problema e di come i miei figli si prenderanno cura dei miei nipoti! Tratto da L’albero dello yoga di B.K.S. Iyengar
Con il mio metodo di insegnamento, che vi fa passare per molte posture, vi impegno per 2 o 3 ore senza permettere alla vostra mente di divagare. Chi ha lavorato con me ha avuto modo di sperimentarlo. Quando insegno per due o quattro ore, gli allievi non si accorgono che è trascorso tutto quel tempo. Gli ho tenuti quindi in quella condizione di spiritualità per diverse ore. Ora, se su 24 ore, sei in spiritualità per quattro ore, posso ben dire di aver fatto qualcosa di buono in questo mondo! Tratto da L’albero dello yoga di B.K.S. Iyengar
Essere un maestro di yoga è la cosa più difficile di tutte, perché i maestri di yoga devono essere critici di loro stessi e correggere da soli la loro stessa pratica. L’arte dello yoga è interamente soggettiva e pratica. I maestri di yoga devono conoscere tutta l’anatomia del corpo, devono conoscere il comportamento di chi si rivolge a loro, sapere come reagire ed essere pronti ad aiutare, proteggere e salvaguardare i loro allievi. Il maestro dovrebbe essere limpido, acuto, sicuro di sé, stimolante, premuroso, cauto, costruttivo, coraggiosa, comprensivo, creativo, completamente fedele e dedito alla comprensione dell’argomento, premuroso, scrupoloso, critico, impegnato, allegro, casto è tranquillo. I maestri devono essere forti e positivi nel loro approccio. Positivi per suscitare fiducia negli allievi, negativi con se stessi per poter valutare criticamente la loro stessa pratica e le loro capacità. I maestri devono sempre imparare: impareranno dagli allievi e devono avere l’umiltà di dire loro che stanno ancora imparando la loro arte. Al tempo stesso, come tra il padre e un figlio adulto, deve esserci un rapporto ma anche un distacco. “È compito del maestro e proteggere guidare gli allievi perché non cadano durante il cammino che devono percorrere. Compito degli allievi e far buon uso Di quanto è stato loro dato per non scivolare nel loro stessi trabocchetti. È una strada a due sensi che collega allievo e maestro ed è lastricata di amore, ammirazione, devozione, rispetto e dedizione.” Tratto da L’albero dello yoga di B.K.S. Iyengar
Importante è diventare sinceri, umili, e compassionevoli. Bisogna saper essere sensibili ed anche spietati: i due aspetti devono andare di pari passo, per aiutare gli allievi nei loro problemi, bisogna sapere distinguere quando essere l’uno e quando essere l’altro. Tratto da L’albero dello yoga di B.K.S. Iyengar
Ci sono due modi di praticare yoga. Totalmente assorbiti in esso, senza condizionamenti di sensazioni passate, adottandolo di attimo in attimo alla perfezione e precisione: questo è lo yoga spirituale. Tentennanti, con la mente che vaga, senza identità fra noi e il corpo, la mente, e i vostri pensieri; questo è yoga sensuale, malgrado si faccia pratica yoga, e malgrado lo si voglia definire spirituale. Qual è il vostro stato d’animo quanto fate yoga? Qual è il motivo? Lo fate per migliorare il vostro aspetto allo scopo di essere più attraenti quando camminate per le strade? Oppure per educare il vostro io dal corpo all’anima? Se è vera quest’ultima ipotesi, lo yoga diventa spirituale. La sensualità e la spiritualità sono come le due facce di una medaglia, una e spirituale; l’altra e sensuale… Allo stesso modo, l’albero dello yoga va controllato accuratamente nei suoi vari stadi se desideriamo sperimentarne i risultati. yama (5 astensioni, le cose da non fare nella vita) coltiva gli organi di azione in modo che possano agire per i giusti scopi: niyama (5 osservanze, le cose da seguire nella vita) educa i sensi e gli organi percettivi; gli asana (posture) irrigano ogni più piccola cellula del corpo umano nutrendolo con abbondante apporto di sangue; pranayama (esercizi di respirazione) incalana l’energia; pratyahara (ritrazione dei sensi) controlla la mente e la pulisce da tutte le impurità; Dharana (concentrazione) rimuovere il velo che copre l’intelligenza, e la affina e la sensibilizza per poter fare da ponte tra la mente e la coscienza interiore; Dhyana (Meditazione) integra l’intelligenza. E nel samadhi (mettere insieme”, “unire con”) confluiscono i fiumi dell’intelligenza e della consapevolezza per poi sfociare nel mare dell’anima, così che possa brillare in tutta la sua gloria. Per questo, l’albero dello yoga, yoga-vrksa, ci porta con la sua pratica attraverso i vari strati del nostro essere, fino a farci vivere e provare l’ambrosia del suo frutto, che consiste nella visione dell’anima. Tratto da L’albero dello yoga di B.K.S. Iyengar
Nello yoga viene detto che esistono tre tipi di disturbi. In primo luogo, ci sono disturbi auto inflitti. Se abusiamo del nostro corpo, ovviamente, dobbiamo pagarne il prezzo. Questi sono disturbi auto inflitti, autoprodotti. Seguono i disturbi congeniti, che sono quelli che i bambini ereditano dei genitori. Infine, c’è lo squilibrio dei cinque elementi nel nostro sistema. Se il vostro elemento terra non è in una condizione di equilibrio, soffrirete di stitichezza. Se l’elemento acqua non è in equilibrio, soffrirete di Idropisia. Se l’elemento fuoco non è in equilibrio, avrete disturbi gastrici e una sensazione di bruciore allo stomaco. Se avete un elemento aria disturbato proverete una sensazione di gonfiore all’addome, o di reumatismo delle giunture. Se infine, improvvisamente, senza una causa apparente, e senza ragione, il vostro corpo si gonfia e si contrae, e poi torna normale, ciò è dovuto allo squilibrio dell’ elemento etere. La pratica degli Asana aiuta a mantenere l’equilibrio fra i cinque elementi onde evitare le malattie. Nello yoga ci sono le “vitamine”: La fede, il coraggio, la spavalderia, l’assimilazione, e un incredibile memoria per capire esattamente cosa ci sta succedendo ora, cosa c’è accaduto ieri, il giorno prima di ieri e molti giorni fa, con una consapevolezza continua. Queste sono le cinque vitamine per chi fa regolarmente yoga. Se non le possedete, non state facendo yoga… Per lavorare su di voi partite da Yama e Niyama. In Niyama incominciate da pulizia e appagamento, portando così salute al corpo e armonia alla mente. Poi seguite con gli altri che portano alla liberazione dell’anima nel momento del suo contatto con il corpo. La medicina indiana inizia dal corpo, e lo yoga inizia dalla coscienza. Ma pur partendo da punti diversi, entrambi servono a mantenere il corpo sano, ed entrambi sono scienze della liberazione. Tratto da L’albero dello yoga di B.K.S. Iyengar
Mentre eseguite una postura yoga, riuscite voi a trovare quel delicato punto di equilibrio che consiste nel conservare quella postura al massimo delle proprie possibilità senza superarla, onde evitare uno sforzo eccessivo che altro non produrrebbe se non una reazione negativa? Quando sforzate troppo una parte del vostro corpo per eseguire particolarmente bene un movimento, non vi siete mai accorti di prestare troppa poca attenzione alle altre parti? Ciò disturba il corpo e lo fa tremare. Se la radice di un albero è debole, l’albero stesso non può essere forte. Supponete di eseguire una postura testa in giù. Che succede se, mentre allungate le gambe per assumere una buona postura permettete i muscoli del collo di rilassarsi, o se facendo poca presa con i gomiti sul pavimento cominciate a temere di cadere o di ondeggiare da una parte all’altra? Infatti, mentre i muscoli forti cercano di controllare la postura, i muscoli deboli tendono a perdere di tono. Quando eseguite una postura quindi, è fondamentale compiere una distensione uniforme dal basso verso l’alto Senza lasciare andare nessuna parte del corpo. Quando distendete le gambe, dovete mandare un segnale d’allarme alle braccia: sto distendendo una gamba, non distraetevi!. Questa è consapevolezza. La perdita di consapevolezza e di attenzione ci toglie la capacità di mantenere la presa. Mentre si cerca di perfezionare la postura, il concentrare troppo l’attenzione sul particolare fa spezzo perdere tutti i benefici di ciò che si sta facendo. Su cosa vi state concentrando? Cercate di perfezionare la postura, ma da dove a dove? E qui che nascono le difficoltà. Mettere a fuoco un punto è concentrazione. Mettere a fuoco vari punti contemporaneamente è meditazione. Tratto da L’albero dello yoga di B.K.S. Iyengar
Sebbene l’asana sia a volte definita una ginnastica, è una definizione piuttosto errata, perché asana significa postura, e dopo la postura, la riflessione e il riposo. Asana non è solo esercizio; dovete osservare che le fibre della pelle siano esattamente parallele alle fibre della carne, in modo che attività e conoscenza siano una cosa sola e la mente riesca ad avvertire che c’è yoga, o contatto. Yoga significa unione, o legame. Se la mente, attraverso l’organo percettivo della pelle, non si accorge della vostra presenza nell’ asana, allora è un esercizio solamente fisico. Per spiegarci meglio, possiamo considerare quattro Stati della pratica yoga descritti nei testi antichi. Lo Hata Yoga Pradipika, lo Siva Samitha e lo stesso Patanjali, parlano tutti di quattro tipi di allievi yoga. In un principiante, la mente si muoverà sempre in superficie che è il corpo fisico. A questo stadio dovete lavorare con la dharana, o concentrazione. La vostra mente è completamente smembrata; non sapete che fare. Per questo insegniamo la consapevolezza delle varie parti del corpo, osservate da prima il piede, poi arrivate alla caviglia, Collegate la caviglia al piede, osservate poi ginocchio, collegate il ginocchio alla caviglia, collegate ginocchio il piede, la caviglia al piede, poi arrivate alla parte inferiore del tronco, la parte superiore del tronco, l’ascella, il collo, il viso, e così via. In questo modo con l’insegnamento della dell’asana, portiamo la grande estensione e la varietà dell’intelligenza da uno stato di concentrazione divisa a un unica concentrazione. M stiamo ancora lavorando ad uno strato superficiale del corpo. Tratto da L’albero dello yoga di B.K.S. Iyengar
Per gli individui definiti intelligenti e forse più difficile considerare il corpo un soggetto, perché vivono nella loro testa. Lo yogi sa di avere un cervello che va dalla testa ai piedi. Un intellettuale pensa di esistere solo nella propria testa e basta, in quanto, secondo lui, l’intelligenza non si può estendere oltre il cervello per vivere nel resto del corpo. Ma lo yogi dice: “diffondete quell’energia nel cervello e dal cervello alle altre parti del corpo, di modo che il corpo e il cervello possono lavorare in armonia e l’energia sia egualmente equilibrata tra i due“. E questo l’inizio del processo di guarigione, il momento in cui la tensione nel cervello diminuisce e i nervi si rilassano. Tratto da L’albero dello yoga di B.K.S. Iyengar
La coscienza è sempre presente nelle nostre dita, ma la maggior parte del tempo non ne siamo consapevoli, e la coscienza che è presente nel dito rimane inattiva. Dovreste Riconoscere la differenza tra coscienza e consapevolezza. La coscienza è presente ovunque nel corpo. Che succede se mentre camminate una spina vi entra nel piede? Avvertite subito il dolore, è per questo non potete negare l’esistenza della coscienza in quel punto. Eppure, se la spina non vi avesse punto, non sareste stati coscienti del vostro piede. La coscienza nel piede era addormentata, ma appena il piede è Stato punto è emersa in superficie. E’ la consapevolezza e risvegliare quella coscienza sopita. La coscienza è lunga 1,80 mt, o 1,70 mt , quanto la vostra altezza, mentre invece la consapevolezza è corta. La consapevolezza si può estendere di 50 cm, 20 cm, 5 cm 1 cm. Gli yoggi sostengono che eseguendo gli asana è possibile portare la consapevolezza a un’estensione equivalente a quella della coscienza. Ciò equivale alla consapevolezza assoluta: la meditazione. Quando la consapevolezza svanisce, svanisce anche la concentrazione, oltre all’intelligenza e alla coscienza. Ma appena prestate attenzione, la vostra mente è concentrata. Questa concentrazione è detta dahrana, e la meditazione sopraggiunge quando l’intelligenza e la consapevolezza non sono incerte ma rimangono invece costanti. Non essendovi alcuna sospensione nell’osservazione, non c’è alcuna sospensione del flusso dell’intelligenza, non c’è affievolimento della consapevolezza, in questo modo il soggetto e l’oggetto si unificano. Nella dahrana il soggetto e l’oggetto sono ancora separati ed è il motivo per cui dovete concentrarvi per riportare il soggetto a penetrare l’oggetto, o per attirare l’oggetto verso il soggetto. Il samadhi è l’attimo in cui l’oggetto si dissolve nel soggetto e il soggetto dimentica se stesso: non esiste allora alcuna differenza tra me l’oggetto da me contemplato. Nell’attimo in cui l’oggetto e il soggetto si unificano, non esiste più l’oggetto e il soggetto; esiste l’anima, esiste il seme. Tratto da L’albero dello yoga di B.K.S. Iyengar
E’ diventato quasi un luogo comune sentire la gente dire che fa meditazione. Pensano di poter far meditazione tagliati fuori dalle disciplina dello yoga che vengono prima, cioè quelle di yama, niyama, Asana, pranayama e pratyahara. Ricordatevi che il fiume che scorre dalla montagna al mare scorre come un’unica unità, che poi evaporerà, si trasformerà in nuvole e ritornerà come pioggia a colmare di nuovo il fiume. Analogalmente il fiume del corpo, il fiume del cervello e della mente sono un unico fiume, che scorre dall’anima alla pelle e ritorna all’anima. Voi dite di essere interessati solo a una parte del fiume e non all’altra? Come ruscelli che nascono dalla sorgente si uniscono e confluiscono in un grande fiume che li collega tutti e che congiunge la montagna al mare, così anche tutta la struttura umana costituisce un unico fiume che scorre dall’anima alla pelle, dalla pelle all’anima. Come potete dire di essere interessati al fiume della mente, a quello dell’anima, mentre trascurate il fiume del corpo? Come potete rinunciare a dei rami dello yoga, sostenendo che sono solamente fisici, mentre la meditazione è spirituale? La meditazione non è indipendente dallo yoga, ne lo è L’asana. Se accettate una parte dello yoga che è la meditazione, come potete scartare le altre parti, come Asana, pranayama, pratyahara, yama o niyama? Se scartate questi gradini, perché non scartate anche la meditazione? Tratto da L’albero dello yoga di B.K.S. Iyengar
Il corpo ha diversi rami: quale parte trascurate e di quale vi curate per mantenerlo sano? Ognuna e tutte le parti del corpo, della mente, del cervello sono egualmente importanti, e lo stesso nello yoga. Non si possono separare i vari rami o aspetti dello yoga, affermando: “questo è importante, quello non è importante“. Ognuna e tutte le parti dello yoga sono egualmente importanti, sebbene molti sostengono che la meditazione sia la principale. Osservando l’albero, si può capire che la radice è sana o malata. Voi e io, che non siamo affatto evoluti come grandi saggi dell’antichità, non sappiamo penetrare la radice, il seme, il cuore dell’essere, ma dobbiamo guardare la periferia (il corpo, il cervello, la mente, tutti con le loro rispettive funzioni) in modo che da questi strati esterni possiamo andare a fondo per conoscere la radice del nostro stesso essere, scoprire se quella radice è malata o no. Tratto da L’albero dello yoga di B.K.S. Iyengar
L’arte dello yoga inizia con un codice di comportamento per accrescere la condotta morale, fisica, mentale, e spirituale. Senza sapere le lettere dell’alfabeto è impossibile imparare a leggere o scrivere. Allo stesso modo, senza conoscere l’alfabeto dello yoga che è Asana, pranayama, pratyahara, yama o niyama, dharana, dhyna, è impossibile vivere nella dimora del sè. Da qui la mia preghiera a tutti voi di comprendere la profondità dello yoga cominciando dalla periferia, in modo da giungere al seme. Sono solo pochi esseri straordinari ed eccezionali quelli che sono in grado iniziare proprio dall’anima. Tratto da L’albero dello yoga di B.K.S. Iyengar
Potete fare meditazione, sviluppare la consapevolezza, quando siete tranquillamente seduti in un parco, e ciò avviene piuttosto facilmente, ma quando siete indaffarati al lavoro, la vostra vita è dominata dal pensiero ed è difficile provare una consapevolezza assoluta. Quando fate Asana, pranayama e pratyahara, imparata a essere completamente consapevoli; sviluppare la consapevolezza in tutto il corpo mentre siete occupati in un’attività. Potete allora diventare totalmente consapevoli in ogni circostanza. Nel parco, mentre osservate un albero, vi dimenticate di voi stessi siete una cosa sola con l’universo. Perché non imparate a essere una sola cosa con l’universo del vostro mondo personale, e cioè con il sè e con il corpo? Questo modo di considerare la vita di tutti giorni è consapevolezza, integrazione, e meditazione totali. L’individuo che medita è libero dal tempo. Forse molti di voi non sanno che ora è. Conosciamo tutti la parola attimo. L’attimo non si muove, è stabile, ma la mente non si accorge dell’attimo; vede solo il moto prodotto dal susseguirsi degli attimi. Osserviamo il susseguirsi degli attimi come i raggi di una ruota. L’attimo è il mozzo della ruota e il moto degli attimi sono i raggi. Durante la meditazione, la persona dotata di intelligenza matura vive nell’attimo e non sarà imprigionata da loro susseguirsi. Tratto da L’albero dello yoga di B.K.S. Iyengar
I bambini osservano molto i nostri occhi, dovrebbero essere sempre acuti come i loro. In questo modo arrivano alla concentrazione. I bambini sono controllati dagli occhi, non dalle parole. Dovete dare espressione alle parole attraverso gli occhi. Questo gli attrae, e poi sopraggiunge la concentrazione… L’albero dello yoga di B.K.S. Iyengar
Un ballerino o musicista riescono a eseguire un bello spettacolo se non si sono esercitati almeno per un anno? Lo stesso vale per uno Yogi. Per quanto una persona possa aver raggiunto il massimo livello, appena pensa di aver conseguito la metà e che non è richiesta più alcuna pratica, lì diventa instabile. Per potersi mantenere stabile, la pratica deve sempre continuare. La sensibilità richiede stabilità, e la stabilità si conserva grazie solo a una pratica regolare. Tratto da L’albero dello yoga di Iyengar
La mente è un prodotto del cibo, pertanto il cibo ha senza dubbio un effetto sulla mente. Ne deriva che nelle pratiche spirituali il cibo va limitato… Non dipende dall’oriente dall’Occidente; dipende dal livello spirituale al quale volete lavorare… Tratto da L’albero dello yoga di Iyengar
Non operate distinzioni, dicendo che state facendo uno yoga migliore o peggiore degli altri. Lo yoga è uno proprio come il mondo è uno e gli abitanti del mondo sono uguali. Voi siete italiani o americani solo per il fatto di essere nati in un paese che si chiama Italia o America. Io appartengo all’India e per questo sono indiano, ma come esseri umani non c’è differenza tra di noi. Nello yoga è la stessa cosa: alcuni possono scegliere un sentiero per raggiungere l’autorealizzazione, altri possono prenderne un altro, ma io vi garantisco che non c’è alcuna differenza tra le varie pratiche yoga… Tratto da L’albero dello yoga di Iyengar
I fiumi che scorrono nel vostro paese e i fiumi che scorrono nel mio paese servono a irrigare le nostre rispettive terre e le rendono fertili; poi si gettano tutti nel mare diventando un solo grande oceano. Allo stesso modo, noi tutti siamo esseri umani creati da Dio senza alcuna differenza fra noi. Siamo tutti uguali. I metodi di sviluppo spirituale sono studiati per l’evoluzione degli individui in qualsiasi parte del mondo. Per cui non fatevi fuorviare dalle parole usate nei vari paesi. L’essenza è la stessa. Penetrate l’essenza e non fatevi ingannare dai nomi. L’albero dello Yoga di B.K.S. Iyengar
Yoga significa unione. Yoga e l’unione dell’anima individuale con lo spirito universale. Ma questo è un concetto troppo astratto per poter essere compreso con facilità per cui, perchè ognuno lo comprenda, dirò che yoga e unione del corpo con la mente e della mente con l’anima. Il 90% di noi soffre in qualche modo fisicamente, mentalmente o spiritualmente. La scienza dello yoga aiuta a mantenere il corpo come un tempio, di modo che divenga puro come l’anima. Il corpo è pigro, la mente è vibrante e l’anima e luminosa. Gli esercizi yoga valorizzano il corpo portandolo al livello della mente vibrante, cosicché corpo e mente, divenuti entrambi vibranti, siano attratti verso la luce dell’anima. Tratto da L’albero dello yoga di Iyengar
Altre frasi di B.K.S. Iyengar
Lo yoga ti permette di trovare un nuovo tipo di libertà che potresti non sapere nemmeno esistere. B.K.S. Iyengar
Concentrarsi sul mantenere la colonna vertebrale dritta. E’ compito della colonna vertebrale mantenere la mente in allerta. B.K.S. Iyengar
… La morte non conta per lo Yogi, che non si preoccupa di quando verrà. Per lui è irrilevante cosa succede dopo: si interessa solo alla vita e come poterla utilizzare a vantaggio dell’umanità. Dopo aver tanto sofferto nella vita e dopo aver acquisito una certa padronanza del dolore, lo Yogi matura la compassione per poter essere utile alla società e mantenersi puro. A lui non interessa nulla aldilà di questo. B.K.S. Iyengar
A volte mi si chiede se sia indispensabile per chi fa yoga credere in Dio. La mia risposta è molto semplice: “se non credete in Dio, credete nella vostra esistenza? Se credete nella vostra stessa esistenza, ciò significa che volete essere migliori per il miglioramento della vostra vita. Allora comportatevi così, e forse arriverete a vedere la luce più alta. Non è necessario quindi che crediate in Dio ma dovete credere in voi stessi. Credete in voi stessi? Credete nella vostra esistenza? Siete vivi o non lo siete? Credete nella vostra esistenza, o pensate di stare sognando? Proprio questa esperienza di vivere vi Richiede di farlo come una Persona sempre migliore di quello che siete. Questa è la divina scintilla della fede, dalla quale deriva tutto il resto. B.K.S. Iyengar
Nel corretto Sarvangasana la mente, il corpo e l’anima sono una cosa sola. Quando sai che la mente è separata, il corpo è separato, devi riadattare… Nell’allungamento totale c’è un cambiamento chimico nel cervello e il cervello e il corpo diventano completamente leggeri, freschi, solidi e immobili; non c’è pensiero, la coscienza si muove solo nel corpo, non all’esterno. Quindi non devi dire agli allievi di entrare nel sé; succede da solo quando la posa è corretta… B.K.S Iyengar
Se impari un sacco di piccole cose, un giorno potresti finire per conoscere una cosa importante. B.K.S Iyengar
Il cambiamento non è qualcosa che dobbiamo temere. È qualcosa che dovremmo accogliere. Senza cambiamento, nulla in questo mondo potrebbe mai crescere o fiorire, e nessuno in questo mondo sarebbe mai potuto andare avanti e diventare chi è ora. B.K.S Iyengar
Lo yoga ci insegna a modificare ciò che non può essere accettato ed ad accettare ciò che non può essere modificato. B.K.S. Iyengar
Lo Yoga è un gioco difficile, che richiede un duro allenamento, una propensione a pensare da soli, un buono spirito di osservazione e una capacità di adattamento e di superamento degli ostacoli. Richiede una profonda onestà, una diligenza costante e, più di ogni altra cosa, un grande amore nel proprio cuore… B.K.S. Iyengar
“Nel corretto Sarvangasana la mente, il corpo e l’anima sono una cosa sola. Quando sai che la mente è separata, il corpo è separato, devi riadattare… B.K.S. Iyengar
Nell’allungamento totale c’è un cambiamento chimico nel cervello e il cervello e il corpo diventano completamente leggeri, freschi, solidi e immobili; non c’è pensiero, la coscienza si muove solo nel corpo, non all’esterno. Quindi non devi dire agli allievi di entrare nel sé; succede da solo quando la posa è corretta… B.K.S. Iyengar
Quando veniamo privati di ogni altra cosa, ci viene rivelata l’essenza della vita. B.K.S. Iyengar
“Il ritmo del corpo, la melodia della mente e l’armonia dell’anima creano la sinfonia della vita.” B.K.S. Iyengar
Lo yoga è la via per coltivare il corpo e i sensi, per affinare la mente, per educare l’intelligenza fino a raggiungere la pace dell’anima che è l’essenza del nostro essere. Purtroppo molte persone, ignare della profondità del pensiero Yoga, considerano la via spirituale dell’autorealizzazione una disciplina esclusivamente fisica, e la pratica dello hata-yoga niente più di una normale ginnastica. Lo yoga tuttavia non è soltanto esercizio fisico. Esso pervade tutte le cellule, la mente, l’intelletto è lo spirito; insomma coinvolge l’uomo in tutto il suo essere. B.K.S. Iyengar
Lo yoga ci insegna a modificare ciò che non può essere accettato e ad accettare ciò che non può essere modificato. B.K.S. Iyengar
Il tuo corpo è il tuo tempio. Mantienilo puro e pulito per l’anima che risiede all’interno. B.K.S. Iyengar
La pratica dello yoga è una trasformazione graduale, da uno sforzo pieno di sforzo allo sforzo senza sforzo, che minimizza lo sforzo fisico ed esalta le qualità dell’ intelligenza nell’osservazione e nell’attenzione, affinchè il sadhaka (il praticante) possa utilizzarle per penetrare il proprio obiettivo: l’aquisizione della conoscenza e dell’esperienza spirituale. B.K.S. Iyengar
Lo yoga ci insegna come curare ciò che non necessita di essere rafforzato e come rafforzare ciò che non necessita di essere curato. B.K.S. Iyengar
Quando non si riesce a mantenere fermo il corpo, non si può mantenere immobile nemmeno il cervello. Se non si conosce il silenzio del corpo, non si può capire il silenzio della mente. L’azione e il silenzio devono andare di pari passo. Dove c’è azione, deve esserci anche il silenzio. Dove c’è silenzio allora può esserci anche azione conscia e non solo movimento. Quando l’azione e il silenzio si congiungono come le due ruote di frizione di un’automobile, significa che l’intelligenza è in marcia. Durante la pratica delle posizioni, la vostra mente dovrebbe essere conscia dello stato interiore, che non è uguale allo stato di sonno; è uno stato caratterizzato da un silenzio, un vuoto, uno spazio che può essere riempito con una fine consapevolezza delle sensazioni trasmesse dalla posizione. Osservatevi dall’interno. E’ uno stato di silenzio totale. Mantenete un atteggiamento distaccato verso il corpo e, allo stesso tempo, non trascurate alcuna area coroporea e non abbiate fretta, ma rimanete sempre vigili e consapevoli durante l’esecuzione dell”asana. La fretta consuma la forza, sia che vi troviate a Nuova Delhi o a New York. Agite in maniere ritmica e con una mente calma. B.K.S. Iyengar
L’integrazione è meditazione e la meditazione è integrazione. Chi non ha integrazione non può parlare di meditazione, e chi non ha esperienza di meditazione non puoi dire cos’è l’integrazione. Sono concetti collegati in relazione fra loro. Se voi e io siamo integrati, la vostra mente è tranquilla e la mia mente è tranquilla, anche se siamo vigili e pienamente coscienti. Se invece questa consapevolezza di tanto in tanto si interrompe, ciò si chiama distrazione, e concentrazione è il riportare di volta in volta la mente distratta un centro di interesse. Se però questo vigile stato di silenzio, che normalmente si produce in noi solo per brevi attimi, permane a lungo, è meditazione. Quando si raggiunge questo ininterrotta coscienza dell’avvenuta integrazione fra corpo, mente e anima, allora il tempo non è più né passato né futuro; è eterno, e poiché l’eternità è nel tempo, voi e io vi veniamo eterni. Questa è integrazione, in questa condizione non vi possono essere differenze fra di noi. Spero che se non oggi, almeno un giorno, si possa raggiungere questo momento culminante. Non dimenticate mai che l’acme risiede nell’autorealizzazione . Probabilmente avrete sentito dire qualcosa di diverso, e cioè che l’infinito non può essere visto e raggiunto dal finito. Noi infatti abbiamo solo mezzi finiti per raggiungere l’infinito, ma quando il finito si fonde nell’infinito, tutto diviene infinito. Considerate il cielo: è finito e infinito al tempo stesso. Nessuno può toccarlo, eppure siamo in contatto con il cielo in ogni momento della nostra vita. Allo stesso modo, voi e io non possiamo che servirci di mezzi finiti, quali il corpo, la mente, l’intelligenza e la coscienza, per raggiungere la sede infinita dell’anima che è la madre di tutte queste cose e così che noi siamo sempre sereni qui, in pace, e con il nostro intelletto in continua evoluzione. B.K. Iyengar
Oṃ Shanti ॐॐॐ
Fonti: L’albero dello yoga, Teoria e Pratica dello Yoga; Commento agli Yoga Sutra di Patanjali